I DATI DELLA CRIMINALITA’: ESISTE DAVVERO UN PROBLEMA SICUREZZA IN ITALIA?

I dati della criminalità: esiste davvero un problema sicurezza in Italia?

Tutti quanti ricorderete la favola “Al lupo! Al lupo!” attribuita ad Esopo. Alla fine della storiella la gente si assuefaceva alle richieste di aiuto e non accorreva in soccorso delle povere pecorelle quando il lupo arrivava davvero al villaggio.

La storia che oggi voglio raccontarvi è diversa, parla di vari pastorelli più furbi che burloni. Essi urlano in tutti i mezzi mediatici del Paese che bisogna aver paura, che i lupi ci sono, sono in mezzo a noi, stanno arrivando e sono sempre di più! Tutti credono alla storia, sono terrorizzati dai lupi e ne chiedono lo sterminio, eppure, se verificassero quanto detto dai pastorelli, scoprirebbero che i lupi sono in netta diminuzione da anni e, statisticamente, arrivano sempre meno volte al villaggio.

Le pecorelle del villaggio, dunque, dovrebbero esultare e stare più tranquille, invece hanno più paura di prima.

Come è possibile?

La rubrica “Data Room” del Corriere della Sera a cura di Milena Gabanelli nel suo articolo datato 11 marzo 2018 (http://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/dataroomsottotitolireatiearmi-ok/bf15521e-2574-11e8-8868-620b5c6d46c4-va.shtml?refresh_ce-cp) è finalmente un passo mediatico importante ed impopolare che tenta di mostrare quanta distorsione ci sia sulla percezione della “emergenza criminalità” in Italia, aumentata ad arte, solitamente da media e politica (a volte mescolati assieme), giocando sulle paure delle persone.

I numeri del 2017, che il Corriere della Sera presenta in anteprima, dimostrano che rispetto al 2016 gli omicidi sono diminuiti dell’11,2%, le rapine dell’8,7%, i furti del 7%.
Eppure negli ultimi anni il flusso migratorio è stato imponente, la politica ci ha tartassato in campagna elettorale su temi come questo e su quanto sia importante accrescere la sicurezza perchè la criminalità oramai è ovunque, in città come in provincia.

In Italia non funziona niente, ci vuole più carcere, meno garanzie, per non parlare di questi avvocati che tutelano chi è sicuramente colpevole!

Tutti discorsi sentiti più volte, salvo stracciarsi le vesti ogni volta nella quale si crei un dibattito, giustamente a parere di chi scrive, di difesa della Costituzione e dei suoi principi. Forse ignorandoli, vengono così in mente al volo, l’art. 24, l’art. 25, soprattutto l’art. 27 e perchè no, l’art. 111, sempre più bistrattato.

Ma veniamo ai dati: nell’anno 2017, pensate, gli omicidi sono diminuiti rispetto al 2016 dell’11,2% e del 25,3% rispetto al 2014.

I furti sono diminuiti del 7% dal 2016, del 20,4% rispetto al 2014.

Anche le rapine in diminuzione: – 8,7% rispetto al 2016, -20,4% dal 2014.

Cosa balza all’occhio? Che quanto detto non è un fenomeno recente, i crimini socialmente più avvertiti sono in calo da ben 4 anni.

L’Italia è più sicura da ben 4 anni. Con buona pace degli architetti mostruosi della immigrazione, della povertà e del degrado sociale. L’abbiamo sentito in televisione? Quasi mai.
L’abbiamo letto sui giornali? Quasi mai. Il dibattito sui social è forse differente? La politica vi informa sui dati? Decisamente mai. Così, molti di noi, il 4 marzo, sono andati a votare carichi di paura. E’ abbastanza evidente che i programmi elettorali basati sulla maggiore sicurezza, la lotta all’immigrazione, l’aumento del carcere, la semplificazione del processo penale abbiano avuto la meglio.

Una parentesi aperta sul solo Molise, corrispondente a quanto sopra detto, può interessare i miei conterranei, che pur vivendo in una “isola felice” della criminalità, sovente lamentano la percezione della medesima mancanza di sicurezza percepita a livello nazionale: gli omicidi sono stati 2 nel 2014, 1 nel 2015, 1 nel 2016; i furti 3.656 nel 2014; 3577 nel 2015, 3472 nel 2016; le rapine, infine, 52 nel 2014, 44 nel 2015 e 43 nel 2016.

L’articolo del Corriere della Sera però continua e si scopre qualcosa di ancora più incredibile per gli esterofili e per quelli che associano ogni disagio al fatto di essere in una nazione con poche capacità di gestione sociale e scarsa repressione del crimine.

Leggendo quanto riportato dal Corriere, difatti: “secondo Eurostat, nei principali Paesi europei, esclusi gli atti di terrorismo, si nota invece una tendenza all’aumento dei reati. Sia nel caso dei furti sia in quello degli omicidi volontari. La società più violenta è quella tedesca con 9,22 omicidi per milione di abitanti nel 2016, mentre l’Italia è imbattibile nei furti, con un indice di 20.163 furti per milione di abitanti. Un indice che tuttavia nel nostro Paese è in costante calo, mentre in Francia, Germania e Spagna è in aumento”.

Il numero di omicidi calcolato per milione di abitanti in Italia nel 2017 è circa un terzo inferiore rispetto alla Germania e quasi la metà rispetto alla Francia.

Lungi da minimizzare la portata offensiva di questi reati, dovere di corretta informazione, però, sarebbe quello di far “titoloni” anche su tali dati. Perseverare con la solita caccia alle streghe volta ad accaparrarsi consensi per vendere una copia in più o per prendere un voto in più dovrebbe essere una pratica condannata da ogni singolo cittadino.

In sintesi, vale quello che ogni persona di buon senso in cuor suo sa già: è difficilissimo trovare una verità assoluta in ogni tematica del quotidiano vivere. Quello che possiamo fare, però, è porci di fronte a dati oggettivi, studiare, lavorare su quelli, informarsi correttamente, per rendere ognuno di noi, nel suo piccolo, un favore alla comunità ed a se stesso, rendendosi libero da quello che altri vogliono imporgli di pensare, martellandolo quotidianamente.

Avv. Alessio Giuseppe Verde